lunedì 30 novembre 2015

Puzzle

Sono fatto di tempo
mi compongono
infinite gocce
catalizzate nel caos
che il vento spezza
e ricompone
in una nuova essenza
sono il leone
che mi dilania
sono il fuoco
che mi arde
sono roccia
e insicurezza
sono il tempo
di mille battaglie perse
il canto della terra
polvere e argilla
sono il limite
dell'umano
energia dell'universo
meravigliato e incredulo
solo nel deserto
e non mi sono mai perso

sabato 21 novembre 2015

Sottofondo

Rigiro il foglio
tra le mani
i pensieri di ieri
ed è giá domani
scorre il tempo
non tengo il passo
è la sera collasso
sono invecchiato
un buon vino
non puoi berlo
appena sveglio al mattino
il tempo
che invenzione fugace
la lingua falsa
ma la ruga
non è mendace
nell'isola serena
il vento tace
ma il bisbiglio
non dà pace




mercoledì 18 novembre 2015

Non leggerai
queste faticose parole
sottili filamenti
brevi linee
di un più complesso
disegno
mai saprai
che ti porterò
come una cicatrice

Vedere

Si spezzano
le mie ossa
come ramoscelli
 stretta
la gabbia che mi limita
voglio respirare l'universo
quei luoghi ameni
che sereno visitai
ove ti vidi spoglia
di ogni ipocrisia
le tue paure
aperte come prostitute
la tua grande sete
oltre
oltre ogni pudico timore
tigre e gatta
acqua e terra
grotta e porto
so chi sei
e questo
ti fece fuggire

sabato 14 novembre 2015

Parigi

Cerco di non scrivere sull'onda dell'emotività, devo mantenere lucidità. Non è facile. Non lo è perchè tutto ciò ha una logica, perversa ma pur sempre logica, ma è disumano. E allora mi chiedo cosa può generare tanto odio? Chi lo ha generato, coltivato, cresciuto? L'errore da evitare, sempre non solo ora,  è quello di rispondere con altro odio. Dobbiamo chiederci la causa di tutto questo. Dobbiamo avere il coraggio di interrogarci di riconoscere i nostri errori e orrori.  La logica di esportare democrazia e di difendere gli interessi degli amici ad ogni costo è altrettanto perversa. Si perchè dietro nobili propositi si celano, nemmeno tanto, desideri egemonici. Finita la guerra fredda gli equilibri geopolitici sono mutati e l' occidente, tutto, noi italiani compresi, abbiamo avallato guerre in nome delle democrazia che in realtà avevano ed hanno l'obiettivo del controllo di aree del mondo. Abbiamo destabilizzato ampie aree, generato atroci sofferenze alle popolazioni alimentato nuovi e vecchi odi. Possiamo soffermarci sulla qualità tecnica del terrorismo, dire che hanno elevato le loro capacità che dispongono di supporto di mezzi e di tecniche di guerra. Ma l'analisi la lasciamo alle intelligence. Ciò che ora interessa è osservare dalla corretta prospettiva. Dividere tra mostri e buoni non solo non serve che ad alimentare tensioni ma ci porta alla logica di scontro senza soluzione. Noi abbiamo generato i fantasmi che ci tormentano. Noi li abbiamo istruiti, armati. Noi abbiamo creato l'humus del fondamentalismo. Non voglio affermare che le colpe siano solo del l'Occidente sarebbe non ricomprendere la realtà. Pongo solo una visuale del problema che tendiamo a non vedere. Se perverranno gli impulsi schizofrenici e gli odi religiosi non faremo che alimentare gli spettri del passato. Vi è un altro aspetto che si interseca ed è il dramma dei profughi.  Di fronte ad una opinione pubblica divisa e lacerata dinnanzi a questa epica migrazione si corre il rischio serio di accentuare queste divisioni dove, da una parte, vi sono anime che sostengono l'accoglienza ed altre che invece sono per il respingimento.  Temo che questo conflitto sia destinato a durare a lungo. A nulla sono servite le ammissioni di alcuni leader occidentali ( Blair ad esempio) sugli errori delle guerre per la democrazia. Coraggio, solo il coraggio di cambiare politica, filosofia di vita potrá dare un po' di pace a questo martoriato mondo.

martedì 10 novembre 2015

Moto perpetuo

Resto in attesa
dell'alba
di un giorno
che non vuole nascere
Secolare
il suo andirivieni
non si turba
dei miei pensieri
E nemmeno
si cura
degli occhi stanchi
nella penombra
della sinuosa figura
con le mani sui fianchi
E il giorno rinasce
lo cullo,
lo abbraccio
questo cucciolo
in fasce

sabato 7 novembre 2015

Di tanto in tanto

Di tanto in tanto
ricordo,
quantunque tu
ancora mi accompagni,
i luoghi in cui
masticammo memoria
vacua promessa
l'attraversar il corso
di tanto in tanto
dimentico
il paranoico suono
della pioggia
e corre sull'etere
la tua statuaria schiena
e l'immagine si sfuoca
nella nebbia
che odora di castagne
di tanto in tanto
di lontano
cammino solitario
con le scarpe
in mano