E VENNE LA NOTTE
Venne la notte
lunga come l'inverno
torrida come l'estate
lenta,
lenta,
lenta
passammo a mungere il tempo
come insonni
a levigare bare
la tua dimenticanza sfiori
le mani pallide coprirti
incredule il viso
che sognavi aria, erba e cielo
il cinguettio dei passeri
le note di una canzone
tu, che dicevi
siamo tutti fratelli
e ora le sirene
portano il triste lamento dei morti
nel silenzio spettrale
E' ancor lunga la notte
imprevedibile,
come la primavera
esule e scalza
fragile argilla
che ancora sogni
il pane e il mare
tremi
come le foglie in autunno
verrà l'alba
e avrà il colore del grano
martedì 31 marzo 2020
lunedì 2 marzo 2020
ho bisogno delle tue mani
per il mio petto,
del tuo odore
di gatta
selvaggia
per svegliare i miei sensi,
dei tuoi capelli
per questo spento mattino.
Del tuo lento andare
di gitana
dei tuoi canti
dei tuoi lamenti
delle scale ripide
che giungono sino a te.
Del vestito delle tue fatiche
bagnato di lacrime e sudore
Vieni e ti osserverò,
per il mio petto,
del tuo odore
di gatta
selvaggia
per svegliare i miei sensi,
dei tuoi capelli
per questo spento mattino.
Del tuo lento andare
di gitana
dei tuoi canti
dei tuoi lamenti
delle scale ripide
che giungono sino a te.
Del vestito delle tue fatiche
bagnato di lacrime e sudore
Vieni e ti osserverò,
senza guardare,
per carpire il tremolio
della tua voce
toglierò i pregiudizi
come togliere la camicia
ed anima nuda
non sembrerò nemmeno io
e anni di solitudine
ti abbracceranno
E, e non so
cosa ci riserverà
il futuro
per carpire il tremolio
della tua voce
toglierò i pregiudizi
come togliere la camicia
ed anima nuda
non sembrerò nemmeno io
e anni di solitudine
ti abbracceranno
E, e non so
cosa ci riserverà
il futuro
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