C'è un cielo immenso
e terra fertile
non per noi
c'è un muro
rabbia e vento
noi che siamo
il quieto stupore
delle rose di maggio
cogliamo l'ambiguità
del mistero divino
ben altre le domande
imperdonabili le risposte
non ti invito nel mio letto
di tempesta e spine
ti invito a mangiare
il mio sudore e il mio sangue
la polverosa strada che percorro
ma se un giorno
con questi stracci
mi prenderò la terra
ricordati che fu degli avi
indistinta mia e tua
come la brezza
di questo cielo
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