domenica 3 agosto 2014
Genocidio
Confesso l'inquietudine e l'impotenza che si trasformano in un profondo dolore dinnanzi al genocidio palestinese. Avverto la tragedia di essere umano. Sento il male insito nell'uomo, le sue meschine contraddizioni. Pregano un Dio e annientano donne e bambini, giustificano la loro coscienza con il diritto di difendersi. Ma ugualmente disumani sono coloro che assistono e non si adoperano per porre fine alla carneficina. Vedo due disegni dietro a questa che chiamare guerra è un offesa. La ragione economica è l'energia e la sua collocazione geopolitica. Un impero che sente la sua leadership in pericolo ha bisogno per giustificare il suo potere di un nuovo nemico. Paradossalmente, la fine della guerra fredda che data la parità delle forze in campo dava un equilibrio, ha determinato la necessità del potere di creare nuovi nemici per autoalimentarsi. Nella visione globale è evidente il legame, e la sincronia degli eventi, tra la guerra in Ucraina e il genocidio di Gaza. Poiché al largo di Gaza vi è un immenso giacimento di gas naturale e la Gazprom stava trivellando per estrarlo, si è creato un diversivo, un fronte per impegnare la Russia, accusarla di aggressione e al tempo stesso distoglierla dal gas palestinese. Sul piano internazionale si mira ad un isolamento russo. Se tutto ciò rientra nella logica perversa del potere imperialista americano, più subdolo, squallido e disumano è il disegno sionista di sterminio di una popolazione. È un intreccio tra interessi meramente economici e la consapevolezza che l' emancipazione del popolo ebraico porterebbe alla presa di coscienza di appartenere alla razza umana e non ad una razza prediletta. Discorso troppo complesso per poterlo trattare in poche righe. Resta che la bestia più disumana è l'uomo. Il mio dolore più profondo è appartenere al genere umano.
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